Approvato il Progetto di Bilancio per l’esercizio 2021, che chiude con un utile di € 3,1 mln, prevedendo l’assegnazione di un dividendo per i soci pari a 0,16 euro per azione. In crescita le masse intermediate, robusti gli indicatori di solidità patrimoniale e in deciso miglioramento la qualità dell’attivo.

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Nella seduta del 30 marzo 2022 il Consiglio di Amministrazione della Banca di Credito Popolare, presieduto da Mauro Ascione, ha confermato i dati preliminari già approvati lo scorso 11 febbraio, approvando il Progetto di Bilancio dell’esercizio 2021, in uno con la proposta di assegnazione del dividendo, che sarà portata in approvazione dell’Assemblea dei Soci convocata i prossimi 29 e 30 aprile.

Il Progetto di Bilancio, che sarà anch’esso sottoposto all’approvazione dell’Assemblea dei Soci, chiude con un utile netto di euro 3,1 milioni e indici di solidità patrimoniale, che esprimono un CET 1 e TCR Phased-in al 15,61% (15,06% Fully Loaded), valore superiore al requisito regolamentare “SREP” del 13,65%, fissato dalla Banca d’Italia.

Nonostante il prolungarsi dello stato di emergenza Nazionale, dovuto alla pandemia da Covid-19, esteso a tutto il 2021 e la sopraggiunta incertezza dovuta al conflitto bellico tra la Russia e l’Ucraina, la Banca ha inteso confermare la politica di distribuzione dei dividendi.

La proposta di ripartizione dell’utile formulata dal Consiglio di Amministrazione prevede, infatti, un pay out del 39% con la destinazione di € 1.198.512 per la distribuzione di un dividendo unitario di € 0,16 per ciascuna azione in circolazione, oltre a € 150 mila destinati al fondo di beneficenza (secondo le disposizioni dell’art. 55 b Statuto Sociale).

Nel 2021 è stata conseguita una crescita degli impieghi alla clientela (+4,7%), della raccolta diretta (+12,6%) e della raccolta indiretta al netto della componente istituzionale (+3,9%). Apprezzabile il contributo della parte commissionale (+7,2% a/a) e l’apporto dell’Area Finanza (+70% a/a). 

Si dimostra solida la posizione di liquidità (a breve e a lungo termine), con gli indicatori di riferimento LCR e NSFR, rispettivamente pari al 208% e al 126%, segnando valori nettamente superiori ai requisiti regolamentari (100%). 

Raggiunti anche gli obiettivi di derisking previsti dal Piano NPL, facendo registrare un sensibile miglioramento dell’NPL Ratio netto, sceso al 5,03% dall’8,45% del 2020, perseguito anche con la decisa riduzione dei crediti deteriorati, con circa € 84,2 mln (GBV) di crediti ceduti nel 2021. 

“Il ritorno al dividendo conferma il percorso intrapreso negli ultimi anni teso alla creazione di valore per i soci e tutti gli stakeholder. Con il risultato dell’esercizio appena concluso, raccogliamo il frutto del progetto portato avanti negli ultimi 5 anni che ha permesso alla BCP di mantenere il ruolo all’interno del territorio di riferimento, tipico di una banca popolare”. Ha commentato Il Presidente del Consiglio di Amministrazione, Mauro Ascione. “Anno dopo anno abbiamo confermato i progressi raggiunti, mantenendo elevati livelli di solidità patrimoniale e di liquidità, con un elevata qualità del proprio attivo. Tutto ciò costituisce una solida base sulla quale si farà fronte alle nuove sfide in tema di crescita sostenibile, promuovendo con sempre maggiore intensità valori etici e sociali propri della nostra tradizione.”

“La Banca ha confermato, nonostante l’emergenza sanitaria, la capacità di perseguire, contemporaneamente, l’obiettivo del necessario rafforzamento e quello del rilancio delle attività, come testimoniato dal costante miglioramento dei principali indicatori andamentali. La Banca esprime, oggi, un sostenibile cost-income, una maggiore solidità patrimoniale e un asset-quality che consentono di affrontare le sfide future in un contesto ancora connotato da eventi improntati all’incertezza”, commenta il Direttore Generale Felice delle Femine. “Sento di dover ringraziare il personale tutto, a partire dai dirigenti, per la dedizione dimostrata, anche in questi due anni di gestione dell’emergenza sanitaria, che ha permesso di confermare la vicinanza e il supporto alle famiglie e alle imprese del territorio, affermando peraltro il valore distintivo della BCP!”

Più in particolare, di seguito sono dettagliati i risultati e i dati principali dell’esercizio 2021. 

Le masse intermediate hanno superato a fine 2021 i 4,8 miliardi di euro. Nello specifico, si registra un erogato di 332 milioni di euro di nuovi finanziamenti a famiglie e imprese con lo stock riferito agli impieghi alla clientela salito a € 1,7 miliardi, con una crescita degli impieghi in bonis di 127 milioni di euro (+8,6%).

In aumento la raccolta diretta (+12,6%) e la raccolta indiretta al netto della componente istituzionale (+3,9%) spinta, quest’ultima, da una crescita del risparmio gestito di circa l’8% a/a. 

Proseguono gli interventi per la cessione di crediti deteriorati – €84,2 mln(GBV) perfezionate nel secondo semestre 2021 di cui €76,3 mln per il tramite dell’associazione di categoria Luzzatti SpA (€60,2mln di sofferenze cedute a veicolo di cartolarizzazione con garanzia GACS oltre a €16 mln di UTP ceduti tramite operazione multioriginator di apporto a FIA dedicato) – con il costante miglioramento sia dell’NPL Ratio lordo calcolato secondo le metriche BCE (denominatore inclusivo delle esposizioni interbancarie), sceso all’8,14% (dal 12,4% di fine 2020), sia dell’NPL Ratio netto sceso al 4,44% dal 7,34%% di fine 2020 (sempre secondo le metriche BCE). Tali indicatori, calcolati in base al rapporto tra crediti deteriorati e i soli prestiti alla clientela, si attestano al 9,27% (NPL ratio lordo) e all’5,03% (NPL ratio netto). L’indice di copertura complessivo dei crediti deteriorati (coverage), sale a 48,5%(+406 bps rispetto a fine 2020).

 

Il costo del rischio di credito (rettifiche nette su crediti/finanziamenti lordi inizio anno), al lordo del costo di cessione, è risultato di 231 bps (128 bps al netto del costo di cessione), in crescita di 44 bps rispetto ai 187 bps al lordo del costo di cessione del 2020 (115 bps al netto del costo di cessione). 

Al 57%, in miglioramento di circa 300 bps rispetto al corrispondete valore dell’esercizio 2020, l’indicatore gestionale “cost income ratio” (rapporto tra oneri operativi e margine di intermediazione) calcolato sulle voci di conto economico riclassificato in quanto maggiormente rappresentativo dell’effettiva dinamica gestionale.