Come tradizione, il 19 settembre, festa del nostro patrono san Gennaro, viene esposto in Basilica il bozzetto del carro trionfale per la solennità dell’Immacolata 2025.
Il bozzetto del maestro Salvatore Di Lecce, è frutto di una lunga attesa e di una progressiva maturazione di un progetto che viene consegnato alle mani di Riccardo Lamberti che ne sarà l’esecutore.
Il carro trionfale dell’Immacolata 2025 nasce nel cuore dell’Anno Santo, il Giubileo della Speranza, e intende farsi segno visibile di ciò a cui siamo chiamati come popolo di Dio: essere pellegrini di speranza verso il Cielo.
Maria, più di chiunque altro, ha vissuto nella speranza delle promesse divine: tutta la sua vita è stata un continuo pellegrinaggio, guidato dalla fiducia nel Signore.
Il titolo scelto non è casuale. È innanzitutto un omaggio al più celebre dei santuari mariani, quello di Lourdes, dove milioni di fedeli ogni anno si mettono in cammino verso la “Bella Signora”, confidando nella sua intercessione. Ma è anche un titolo che riassume l’essenza stessa della fede cattolica: la speranza di Maria, rivolta sempre e solo a Dio, diventa la speranza dei fedeli, che proprio attraverso di Lei trovano la via più sicura e diretta per giungere al cuore di Cristo.
Il titolo, dunque, è insieme un atto di fiducia e un programma di vita: il cammino verso Gesù passa sempre per Maria, la Madre che ci guida e accompagna.
Il carro si sviluppa con un tempietto in stile gotico che funge da trono per la Vergine, un richiamo esplicito al primo Giubileo della storia, indetto da Bonifacio VIII nel 1300, in piena età gotica. Non si tratta di una scelta puramente estetica, ma profondamente simbolica: il gotico è lo stile che più di ogni altro esprime la tensione dell’anima verso Dio. Le colonne sottili e slanciate che puntano verso l’alto, le volte che si innalzano leggere e luminose, sono segni di un’umanità che non si accontenta della terra ma la trascende, cercando il cielo. È lo stesso movimento di Maria, che con la sua vita unisce la terra al Paradiso, diventando ponte tra l’uomo e Dio.
Sul carro, lo scivolo del tempietto è formato da quattro archi intrecciati, chiaro richiamo al logo del Giubileo: un simbolo di Chiesa viva e solidale, dove ogni credente non basta a sé stesso ma si sostiene con gli altri, formando insieme il Corpo della Chiesa.
Il lato anteriore del carro presenta due figure emblematiche del cammino dell’uomo:
• Un giovane pellegrino seduto, di spalle alla Vergine, con in mano un tablet; uno strumento della tecnologia che, se usato male, può diventare fonte di distrazione, illusione di sicurezza e motivo di smarrimento nel cammino della fede. È l’immagine di chi rischia di restare ancorato al mondo, incapace di alzare lo sguardo al Cielo.
• Una pellegrina in ginocchio, che guarda a Maria come stella del cammino e affida a lei la propria vita. Porta con sé gli stessi segni tradizionali del pellegrinaggio: il rosario tra le mani, il cappello sulle spalle come simbolo della protezione divina, e la conchiglia del pellegrino sul petto. Ma nelle sue mani tiene anche un cellulare, che diventa qui, invece, strumento di preghiera e di fede, segno che anche la tecnologia, se vissuta con cuore puro, può trasformarsi in canale per cercare Dio e unirsi a Lui.
Alla base del tempietto trovano posto anche gli stemmi papali di Francesco e di Leone XIV, i due Pontefici legati all’Anno Santo del 2025: un segno di gratitudine verso coloro che hanno guidato la Chiesa in questo tempo di grazia.
Ai lati del tempietto, due icone mariane arricchiscono la catechesi narrandoci l’intero pellegrinaggio della Madonna, dal concepimento di Gesù, fino all’ultima ora.
Da un lato troviamo una tela che rappresenta “Maria che si alza in fretta”, pellegrina sollecita, come nel Vangelo della Visitazione: Madre che agisce, che non resta ferma, ma si mette in cammino, per servire e che ancora oggi corre incontro ai suoi figli con premura e amore.
Dal lato opposto: “Maria ai piedi della Croce”, donna di speranza anche nell’ora del dolore, quando tutto sembra perduto: insegna che, per chi confida in Dio, il dolore non si trasforma mai in disperazione.
Il carro, che si presenta Cristo-centrico fin dal titolo, raggiunge il culmine con il retro, completando visivamente e spiritualmente il titolo del carro: “Per Maria, a Gesù”.
Il lato posteriore, infatti, è dedicato alla Gloria del Cristo. Al centro si erge il Cristo misericordioso, che mostra al mondo il suo cuore trafitto e risorto su di uno sfondo formato da un grande rosone gotico, simbolo della luce divina che si irradia in mille riflessi e raggiunge tutti i fedeli. Ai suoi piedi sono scolpite le tre virtù teologali – fede, speranza e carità – che illuminano il cammino del credente. Il Cristo risorto, che appare ai discepoli mostrando le sue piaghe gloriose, è il fondamento della nostra fede e il cuore stesso del Giubileo: Pasqua perenne che rinnova la speranza, scaccia le paure e apre alla vita eterna attraverso il perdono.
Il carro dell’Immacolata 2025 è dunque, ancora una volta, una catechesi in forma d’arte, che ci invita a camminare come Maria, donna di speranza, per giungere a Cristo, nostra meta e nostra salvezza.
“Per Maria a Gesù” diventa così non solo il titolo di un’opera, ma l’invito a vivere tutta la nostra esistenza come un viaggio verso Dio, accompagnati dalla Madre che ci indica la via della Misericordia e della Speranza.
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Maestro Salvatore Di Lecce
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Maestro Riccardo Lamberti
don Giosuè Lombardo e don Claudio Mennella
Si ringrazia per la collaborazione e il supporto:
Mario e Gerardo Di Lecce,
Pasquale Mennella e Andrea Martino
