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Granchio blu nelle acque di Torre del Greco

Un recente ritrovamento nelle acque di Torre del Greco ha acceso i riflettori sulla fauna marina locale, con l’emergere di un potenziale nuovo abitante: il Granchio Blu (Callinectes sapidus). Questa specie, non autoctona, è originaria delle coste atlantiche del continente americano.

Circa due settimane fa, un esemplare maschio adulto di Granchio Blu, dal peso di 169 grammi, è stato rinvenuto in un attrezzo da pesca vicino al porto cittadino. L’esemplare è attualmente conservato nei laboratori della AN Technology, dove sono stati eseguiti i rilievi morfometrici.

Questo evento solleva importanti interrogativi sulla possibile diffusione di questa specie aliena nelle acque di Torre del Greco, un fenomeno già documentato in altre aree.

La presenza del Granchio Blu potrebbe avere implicazioni significative per l’ecosistema marino locale.

Per capire meglio cosa significhi la sua presenza nelle acque di Torre del Greco, è utile conoscere più a fondo il Granchio Blu, scientificamente noto come Callinectes sapidus. Si tratta di una specie aliena per il Mar Mediterraneo, originaria delle coste atlantiche del continente americano, con un areale di diffusione che va dalla Nuova Scozia fino all’Argentina.

Questo crostaceo è estremamente versatile, capace di adattarsi a un ampio intervallo di temperature (tra i 3 e i 35 gradi Celsius) e di prosperare sia nelle acque dolci dei fiumi che in quelle salmastre delle lagune e paludi. La sua dieta è onnivora: il Granchio Blu si nutre di praticamente tutto ciò che trova, comprese vongole, cozze, altri crostacei e pesci, in particolare gli avannotti (i pesci appena nati), che sono prede facili.

A queste caratteristiche si aggiunge una notevole capacità riproduttiva: le femmine possono deporre fino a due milioni di uova all’anno, un fattore che ne favorisce una rapidissima diffusione e colonizzazione di nuovi ambienti.

Il ritrovamento di un esemplare di Granchio Blu (Callinectes sapidus) nelle acque di Torre del Greco ci ricorda quanto l’introduzione di specie non autoctone, spesso a causa delle attività umane, possa alterare gli equilibri marini.

Questo crostaceo, noto per la sua voracità e l’elevata capacità riproduttiva, rappresenta una potenziale minaccia per le specie locali, con possibili ripercussioni sia sull’equilibrio ecologico che sulle attività di pesca tradizionali.

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