Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani esprime forte preoccupazione in merito ai gravi fatti di cronaca verificatisi sabato 5 luglio a Torre del Greco, dove, ancora una volta, la movida serale si è trasformata in un teatro di violenza e disordine. In particolare, decine di giovanissimi si sono affrontati con brutalità all’esterno di una nota gelateria in Corso Vittorio Emanuele, generando panico tra i residenti e rendendo necessario l’intervento delle forze dell’ordine.
Questi episodi, che si susseguono con frequenza allarmante in diverse aree urbane del Paese, non sono deviazioni isolate, ma segnali inequivocabili di una frattura profonda: una perdita di riferimenti educativi, un impoverimento del linguaggio emotivo e relazionale, un indebolimento delle reti sociali. In tale contesto, la scuola – presidio democratico e comunitario per eccellenza – deve essere riconosciuta come infrastruttura educativa strategica e non come semplice agenzia di istruzione.
Il CNDDU sottolinea l’urgenza di rafforzare concretamente l’educazione alla legalità, alla cittadinanza attiva e al rispetto dei diritti umani in tutte le scuole del territorio nazionale, in modo capillare e strutturato. Non bastano più le giornate commemorative, né i progetti occasionali: serve una pedagogia continuativa della convivenza civile, fondata sul dialogo interculturale, sull’ascolto, sulla corresponsabilità educativa.
È dovere delle istituzioni – scolastiche, amministrative e politiche – riconoscere e sostenere il ruolo insostituibile della scuola nel prevenire le derive violente, offrendo agli studenti spazi di espressione, confronto e costruzione dell’identità personale. Ogni aula scolastica può diventare laboratorio di cittadinanza, ogni consiglio di classe una comunità di senso. Ma perché questo accada, è necessario investire con convinzione e visione in formazione docenti, sportelli di ascolto, educazione affettiva e relazionale, progettualità interdisciplinari che integrino cultura, etica e senso del bene comune.
L’episodio di Torre del Greco ci impone anche di uscire da una logica di emergenza e repressione. Il pattugliamento delle strade non può sostituire il lavoro lento e profondo dell’educazione, né possiamo pensare che l’ordine pubblico possa prescindere dall’ordine culturale ed etico che una società trasmette ai propri giovani.
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani chiede quindi:
- l’attivazione di tavoli permanenti scuola–istituzioni locali per l’educazione civica e la prevenzione del disagio giovanile;
- un potenziamento curricolare dell’educazione alla legalità in tutti gli ordini scolastici;
- il riconoscimento formale della scuola come primo presidio contro la violenza diffusa e come attore fondamentale delle politiche pubbliche di sicurezza sociale.
In una società che aspira a definirsi democratica, ogni episodio di violenza giovanile non è solo una questione di ordine pubblico, ma una sfida alla cultura dei diritti e alla funzione educativa dello Stato. La scuola, in tal senso, deve tornare al centro del dibattito pubblico non come terreno di scontro ideologico, ma come luogo primario di costruzione del futuro.