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RDR e DARF per il golfo di Napoli con i Marine Credits

Il Mar Mediterraneo, gioiello di biodiversità e scrigno di economie costiere, riceve ogni giorno circa 730 tonnellate di rifiuti plastici – il 95% dei quali resta a galleggiare o affonda sul fondale. Su scala annua significa oltre 0,57 milioni di tonnellate, l’equivalente di 33.800 bottiglie di plastica scaricate in mare ogni minuto. Non sorprende, quindi, che lungo molte spiagge italiane si registrino in media 705 rifiuti ogni 100 metri lineari, con la plastica monouso ancora in testa alla classifica degli scarti.

Sempre in prima linea nell’attenzione verso il territorio, il Gruppo RDR — storicamente integrato nel tessuto campano e leader nel settore del ciclo idrico integrato — ha risposto ancora una volta al richiamo d’aiuto attraverso i suoi rappresentanti: Alessandro Di Ruocco, CEO di RDR S.p.A. (Società Benefit dal 2022), Arturo Busco, CEO di DARF s.r.l., e Ornella Lupia, Sustainability Manager di RDR S.p.A., aderendo ai Marine Credit concepiti da Genisys s.r.l.: un meccanismo di finanziamento che convoglia capitali privati verso iniziative certificate di tutela dell’ecosistema marino.

Il funzionamento dei Marine Credits è lineare ma estremamente rigoroso: ogni credito rappresenta una quota di interventi – rimozione di macro-rifiuti, recupero di attrezzature da pesca fantasma, ripristino di habitat sensibili – misurata, tracciata e verificata da soggetti indipendenti. Le imprese acquistano i crediti e ricevono in cambio non solo un reporting puntuale, utile per i bilanci di sostenibilità, ma soprattutto la certezza che il loro contributo alimenti progetti tangibili.

Nella fattispecie, l’acquisto dei Marine Credits ha avuto come obiettivo finanziare il Progetto “Pelikan”, l’iniziativa bandiera del FLAG Miglio d’Oro, operativa da maggio 2025 nelle acque del Golfo di Napoli e patrocinata dalla Regione Campania, dall’Ente Parco Nazionale del Vesuvio e dai Comuni di Portici, Ercolano, Torre del Greco e Torre Annunziata.

Grazie anche alla dotazione economica resa possibile dal pacchetto di crediti di biodiversità marina sottoscritto da RDR S.p.A. e DARF S.r.l., un’imbarcazione dedicata pattuglia quotidianamente il golfo, intercettando reti dismesse, polistirolo, cassette da pesca e plastiche flottanti. I materiali raccolti vengono poi sbarcati nel porto di Portici e avviati a riciclo o smaltimento conforme alla normativa.

In poco più di tre mesi di lavoro, il team di bordo ha rimosso circa 20 tonnellate di rifiuti dalla colonna d’acqua, liberando vaste porzioni di superficie marina e riducendo i rischi di ingestione o intrappolamento per cetacei, tartarughe e avifauna. L’obiettivo, ora, è superare le 50 tonnellate entro la fine del 2025, traguardo che le risorse del Gruppo RDR rendono realisticamente raggiungibile.

Ma i benefici non si esauriscono nella bonifica: l’operazione crea occupazione “blu” qualificata per marittimi e tecnici locali, genera dati scientifici messi a disposizione di università e istituti di ricerca e sostiene programmi di educazione ambientale rivolti a scuole, pescatori e operatori turistici del Territorio.

«La nostra adesione ai Marine Credit non è una semplice compensazione, bensì la scelta di investire nel territorio che ci ospita, restituendogli valore e futuribilità. Ogni euro destinato a Pelikan si traduce in chilometri di costa più puliti, opportunità di lavoro sostenibile e tutela della biodiversità che vogliamo consegnare intatta alle generazioni future.»

Questo il pensiero di Alessandro Di Ruocco e Arturo Busco, amministratori delle aziende RDR e DARF.

La sinergia fra impresa, innovazione finanziaria e governance costiera offre così un modello replicabile: mostra come un contributo economico mirato possa alimentare un circolo virtuoso in cui il mare torna a respirare, l’economia locale si rafforza e la reputazione aziendale acquista un valore che va oltre i numeri di bilancio.

In un Territorio in cui non siamo né padroni né ospiti, ma una presenza che vive in armonia con tutto il sistema, la rotta intrapresa dal Gruppo RDR dimostra che navigare verso la sostenibilità non è più un’opzione, ma l’unico orizzonte possibile.

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