HomeNewsAttualitàCarro dell'Immacolata: Di Lecce: "Grande emozione e gratitudine"

Carro dell’Immacolata: Di Lecce: “Grande emozione e gratitudine”

A meno di 10 giorni dalla Girata del carro dell’Immacolata, intervista al maestro Salvatore Di Lecce, progettista del carro di quest’anno dal titolo “Per Maria a Gesù”

Salvatore, cresce l’emozione, un tuo pensiero a meno 10 giorni dalla girata:

Un emozione grande, un incarico che sento nella sua responsabilità di portare con profonda gioia e gratitudine, nell’anno del Giubileo della Speranza.

A proposito del giubileo della Speranza, il tema della tecnologia si sposa nel tuo progetto con quello generale della metafora del pellegrinaggio, come sei riuscito a coniugare queste anime?

Il carro punta lo sguardo sui pellegrini di oggi, sui loro dubbi, sulle loro cadute e sulla loro capacità di rialzarsi.

Il carro è in effetti pellegrino e rappresenta il pellegrinaggio come metafora della vita con due figure che apriranno il corteo: una in preghiera, una di spalle.

Il richiamo alla tecnologia è però differente per entrambi.

Se per la giovane in preghiera il telefono si trasforma in connessione di raccoglimento, preghiera, quindi rappresentando anche un uso ragionevole e positivo della tecnologia, per il giovane di spalle il tablet rappresenta isolamento, perdita di socievolezza e interazione con il mondo,manifestandosi in un evidente allontanamento da Dio.

Parliamo dello Stile Architettonico: come mai la scelta dello stile gotico?

Sicuramente una scelta dettata da due motivazioni principali: lo stile che più rappresentasse il significato teologico in occasione dell’anno giubiliare e più in generale con la ricerca gotica della spinta verso l’alto, verso Dio, e anche adattare uno stile diverso dal classico stile barocco sempre più spesso utilizzato per la progettazione artistica della nostra maestosa macchina da festa .

Ovviamente si tratta di adattamento, dove ai classici materiali gotici della pietra ho studiato attraverso sussidi artistici la possibilità di coniugare tra colonne e cornici quel senso architettonico. Ecco quindi che la nostra Immacolata poggerà su un capitello e non tra le nuvole, in chiaro riferimento delle cattedrali europee come Notre Dame, e tra rosoni, archi e linee nette aleggia questo riferimento costante alla pulizia delle linee architettoniche gotiche.

Una gavetta lunga la tua. Sei indubbiamente il coronamento di un percorso nato fin da bambino con i famosi carricielli. Un riferimento a questo percorso: 20 anni di carricielli, 20 anni di studio, progettazione e realizzazione.

Vengo da una gavetta innanzitutto familiare. Nell’ azzurro degli occhi del mio amato papà a cui dedico questa grande soddisfazione, certo che da dove mi guarda è nella bellezza eterna di questa grande felicità, ho sempre sentito l’emozione di poter immaginare questo giorno. Mi sono allenato, e non da solo. Con i tanti, tantissimi amici con cui ho condiviso anni di laboratorio, mostre, con i miei cari riferimenti dell’ Uco Maria SS. Assunta e dell’Oratorio di Santa Croce, con il Parroco Don Giosuè a cui va il mio più grande ringraziamento per avermi concesso di realizzare finalmente quest’ anno questo mio grande sogno!

Dall’eredità di Cianella, Antonio Formicola, padre dei carricielli, sento tutta la gratitudine per una palestra che in tutti questi anni mi ha visto crescere, migliorare, confrontarmi con tanti artisti, tanti devoti e tanti cuori pulsanti nell’ amore verso l’Immacolata e le nostre tradizioni.

Immacolata: nel solco della tradizione, tra passato e futuro , il legame con Vincenzo Romano, il culto e la storia della città San Vincenzo Romano era devoto all’Immacolata Concezione, e ha dedicato la cappella principale della Basilica di Santa Croce a Torre del Greco all’Immacolata dopo l’eruzione del Vesuvio del 1794. La sua devozione si intreccia con la storia di Torre del Greco, dove la devozione all’Immacolata è antica e sentita, specialmente legata al voto fatto dalla cittadinanza dopo i disastri del Vesuvio.

Dopo l’eruzione del 1794, San Vincenzo Romano dedicò la cappella principale della navata destra della Basilica di Santa Croce all’Immacolata, chiaro segnale della devozione dei torresi all’Immacolata.

Per il futuro ho voluto proprio indicare nella presenza dei giovani pellegrini, l’auspicio che le nuove generazioni continuino a camminare sui passi della testimonianza viva ed instancabile di chi ha riconosciuto Dio in ogni angolo, in ogni volto, in ogni mano tesa, in ogni potenzialità ma anche difficoltà della nostra bellissima città, ad imitazione quindi proprio dei passi del nostro Santo.

I tuoi auspici, i tuoi pensieri, le tue riflessioni per il futuro della progettazione.

La riflessione che sto raccogliendo in questi mesi in modo congiunto insieme ai tanti operatori che si muovono con me nella realizzazione di questa straordinaria impresa, in primis il grande realizzatore Riccardo Lamberti, erede di Sorrentino e icona torrese dell’arte della “paratura” è di augurarci una città sempre più preparata a festa per l’ 8 Dicembre e i giorni che precedono e seguono la storica processione: lo sforzo economico per la realizzazione del carro, che potrebbe nel tempo prevedere adeguamenti strutturali alla mutata negli anni quotazione ad esempio anche degli stessi materiali, potrebbe e dovrebbe accompagnarsi ad eventi, mostre collaterali e una sinergia sempre più radicata tra aspetto religioso e comunale per promuovere tutte le bellezze e le realtà artistiche torresi in questi giorni in cui la Basilica è meta di un pellegrinaggio continuo e costante.

Per chiudere Salvatore, un passaggio sul cantiere negli ultimi giorni di allestimento e un tuo pensiero personale che aleggia nel tuo cuore.

Con Riccardo ho raccolto una meravigliosa atmosfera di scambio, collaborazione, intesa, frutto sicuramente dei tanti anni in cui ho sbirciato tra le sue travi, in cui ho respirato le sue capacità che restano uniche.

Con lui vivo la nostra tradizione, che a differenza di altri carri votivi italiani come ad esempio in Sicilia, non ha subito cambiamenti di materiale ma resta ancorata alla tradizione con uno sguardo però sempre volto alla modernità, ai tempi che cambiano.

Questo è il senso che ho voluto raccontare con il mio carro, con i suoi riferimenti moderni e con il suo stile.

La mia dedica personale va ovviamente ai miei genitori, a mia madre Cristina e papà Michele che immagino fiero a guardarmi dall’azzurro del cielo con Maria, verso Gesù, con il cuore traboccante di gioia.

Admirabili Dei Providentia

Exit mobile version