Pico Federmar Cisal su Confitarma

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato di Federmar – CISAL in merito alla mancata vendita delle navi da parte di Moby dovuto al blocco di Unicredit.

“La speculazione economica e giornalaia che gira intorno al titolo “Bond Moby” quotato alla borsa di Lussemburgo, e per ultimo il rifiuto di UNICREDIT a liberare le Ipoteche sulle 2 Navi Moby Wonder e Moby Aki stanno animando fortissime preoccupazione sul futuro occupazionale di circa 6000 lavoratori marittimi ed amministrativi.

Ieri il CAOS ha iniziato il suo percorso a Torre del Greco, patria del Lavoro Marittimo ,la polizia è dovuta intervenire per fermare un lavoratore marittimo che ha tentato di darsi fuoco con della benzina. Il CAOS incombe e le conseguenze drammatiche che potrebbero verificarsi devono FERMARSI!

Noi crediamo che un Gruppo Armatoriale che detiene una flotta dal valore dichiarato e verificato da Banche e dallo Stato Italiano di 1 Miliardo di euro, non possa e non debba trovarsi in difficoltà solo perché qualche Ignoto speculatore (Internazionale o Nazionale) ha deciso di appropriarsi di tutto o quasi.
Lo Stato Italiano, IN PRIMIS deve intervenire, perché detiene con il Gruppo Moby una convenzione per la continuità Insulare – attraverso la controllata C.I.N (Tirrenia ) –

L’Italia non può lasciar passare in silenzio una simile operazione con il rischio non solo della secca perdita di posti di lavoro di mare e di terra, ma anche ed ancor più trovarsi senza l’uso delle uniche navi a garanzia del trasporto delle persone e delle merci.

Lo Stato Italiano deve intervenire, perché, con il suo silenzio, sta garantendo gli speculatori in questa “ presa della Bastiglia“.

L’ UNICREDIT che rappresenta tutti i creditori non può silenziarsi! Signor Amministratore Delegato Jean Pierre Mustier: i circa 6000 lavoratori sfamano i 18000 loro famigliari e senza considerare l’altro mondo lavorativo che vive nell’indotto alle attività del Gruppo Onorato! Li metta in conto, non faccia lo struzzo. IL CAOS non lo vogliamo, ma siamo consapevoli che se si vuole si può fermare.

Con fatica, sudore, lacrime e sangue siamo e saremo con i Lavoratori”.

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