La vicepresidente del Consiglio regionale: “I numeri non rispecchiano la realtà. Governatore e sindaco di Napoli vadano negli ospedali” 

“Chiedo che si adottino misure restrittive in Campania per dare respiro a una sanità allo stremo. Ho scritto al ministro Speranza, sono in contatto con tutti i membri del nostro Governo e il ministro Di Maio condivide le mie preoccupazioni. La guerra dei numeri non ci interessa e se fossero quelli che il presidente della Regione annuncia, il problema sarebbe ancora più grave. Qualcuno dovrà spiegare perché ci sarebbero 400 posti letto liberi in terapia intensiva e 1300 nei reparti di degenza, ma le persone stanno 24-36 ore sulle ambulanze prima di essere sbarellate, o nelle loro auto in fila davanti ai Pronto soccorso o aspettano a casa per giorni interi anche se sono codice rosso. Nei giorni scorsi una ragazza di 31 anni è morta per arresto cardiocircolatorio perché in Campania funzionano solo i reparti Covid e i Pronto soccorso sono chiusi per le emergenze tempo-dipendenti e questi sono drammi che nessun numero o algoritmo potrà mai raccontare”. Lo ha dichiarato la vicepresidente del Consiglio regionale della Campania Valeria Ciarambino, intervenendo in diretta a Rai News 24.

“Chiedo alla politica, a partire dal governatore della Campania e dal sindaco di Napoli, di andare di persona negli ospedali e capire perché la gente non viene assistita, sebbene i numeri dicano altro. E se questi numeri continuano a non rispecchiare una realtà gravissima e il presidente della Regione non interviene, allora deve farlo il ministro della Salute, che ha il dovere di garantire il diritto alla vita dei cittadini della mia terra. La Campania – ha concluso la vicepresidente del Consiglio regionale – deve diventare una sorvegliata speciale, perché non basterà chiudere tutto per un periodo, per poi ritrovarci, come è già capitato dopo otto mesi dalla prima emergenza, nelle stesse condizioni, di fronte a un sistema ospedaliero che non è stato potenziato e a un’assistenza territoriale che non esiste affatto”.

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