L’avvocato Gennaro Torrese, presidente dell’Unione dei Fori della Campania, ha scritto una lettera aperta dopo le dichiarazioni dell’ANM in cui gli avvocati venivano accusati di voler rimandare le udienze e la Giustizia utilizzando come scusa l’emergenza Covid-19.

La dura risposta di Torrese:

“I Magistrati imputano agli Avvocati la responsabilità del blocco delle udienze. Ciò è veramente paradossale perché è noto ed è provato da numerosi documenti che l’Avvocatura, quella nazionale, ma anche quella delle articolazioni locali (Unione Regionale e COA) hanno speso tutte le loro energie per un ritorno, quanto più accelerato possibile, alla normalità.

In tale meritoria opera di tutela del diritto dei cittadini a ricevere giustizia L’Avvocatura ha quotidianamente lottato con i vertici degli Uffici Giudiziari per ottenere sempre più spazi per la trattazione delle udienze, accettando per alcune tipologie di processi e per determinate fasi anche il florilegio dell’udienza a trattazione scritta e dell’udienza da remoto, da sempre aborrite dall’Avvocatura perché contrarie ai principi di oralità e immediatezza, cardini del ruolo difensionale.

Gli avvocati hanno combattuto contro le scelte del Governo quando ha disposto il “lavoro agile” ai dipendenti delle Cancellerie, senza favorirlo con la concessione ai dipendenti di credenziali di accesso ai registri telematici, tanto che, più di lavoro agile, potesse parlarsi di periodo di ferie integrative.

Hanno lottato per far sì che durante questo buio periodo si potessero abbattere gli arretrati con l’emissione di provvedimenti e sentenze, ma vanamente. Gli arretrati si sono sommati ad arretrati ed essi pesano come macigni, tanto che si parla di giustizia al collasso.

Da ultimo, anticipata al 1° luglio la fine del periodo emergenziale (v. conversione in legge D.L. 30/04/2020 n. 28) e preparandoci ad una ripresa delle attività “in presenza” abbiamo dovuto assistere alla corsa dei Giudici a rinviare quasi tutte le udienze di luglio, spostandole ai mesi a venire con trattazione scritta.

Sentire dire che i processi non si celebrano perché gli avvocati non vogliono è proprio una “boutade”, sintomo dei guasti delle componenti associative dei magistrati che, invece di fare serie autocritiche per quanto quotidianamente viene fuori su maneggi e corruttele, addita all’opinione pubblica gli avvocati come responsabili dei ritardi della Giustizia, facendo salvi i tanti Magistrati che lavorano seriamente nei Tribunali.

Lezione di moralità non possono proprio farne, in particolare in questo momento.
E sappiano che noi avvocati non abbiamo piacere nel dover fare queste amare considerazioni, perché quando una componente del pianeta giustizia esce da vicende, tragicamente note, indebolita sotto il profilo etico è tutta la giustizia nel suo complesso che subisce una perdita di credibilità.

Per questi temi e per la ripresa delle attività in presenza dall’1/7 ho convocato per il 6/7 una sessione urgente dell’Unione Regionale per deliberare una vibrata protesta per quella che gli Avvocati oramai definiscono come la “falsa ripartenza””

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