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Campane a festa per lo scudetto del Napoli.

Rintocchi di gioia prolungati quelli che ha voluto nella tarda serata di ieri, dopo Udinese-Napoli, dal campanile della chiesa di cui è parroco, don Vincenzo Miranda, a Faibano, frazione di Marigliano in provincia di Napoli.

In piazza è esplosa la festa.

Il parroco è sceso in strada tra i fedeli, con alcuni dei quali aveva tirato fino a tardi nei giorni scorsi in strada per fare loro compagnia mentre montavano gli addobbi per la festa.

Che c’è di male? “La fede – spiega – va incarnata nelle relazioni concrete, anche attraverso momenti come questi, anche laddove non c’è esperienza o espressione cultuale”.

Peraltro, in più di qualche circostanza, al termine della messa domenicale (soprattutto, quando c’era qualche partita importante, come quelle con la Juve), don Enzo confessa: ho esternato questa mia passione con un “Forza Napoli!” o un “Simm tropp fort! (Siamo troppo forti,ndr)”.

A chi potrebbe aver da ridire per il suono di campane in una circostanza del genere, spiega, “qui, ho trovato l’abitudine di suonare le campane “a lutto” quando una persona nasce a vita nuova, rintocco funebre che è un invito a pregare per quella persona, ma esso rappresenta anche una semplice anticipazione informativa rispetto al manifesto cartaceo.

Laddove fosse possibile, le suonerei anche per eventi più gioiosi, se me lo chiedessero! Come già detto, vivo totalmente questa piccola realtà e conosco anche il desiderio di momenti di aggregazione e di festa da condividere, i quali mancano e allora, perché non condividerli, pur mantenendo separate le due dimensioni?

Vi è il rispetto delle regole civili (oltre che religiose), che per chi mi conosce, sa che antepongo a qualsiasi tipo di interesse.

Qualcuno potrebbe storcere il naso per questo suono delle campane o per questa passione che vien fuori, riguardo al ministero sacerdotale?”.

E poi, un’altra riflessione, “le nostre feste religiose non sono spesso intrrise di orpelli mondani, vicine al paganesimo, che poco hanno a che fare con la vera spiritualità cristiana’”.

“È vero – spiega il sacerdote – un successo sportivo non cambia le sorti sociali di un territorio, ma perché quando con l’Italia o altri successi sportivi in Italia, sono cambiate le sorti? Eppure, essi hanno rappresentato momenti di gioia condivisa, anche per chi non è proprio appassionato di calcio.

Il calcio purtroppo, non rappresenta più soltanto un fatto sportivo (interessi economici ed altro hanno preso il sopravvento!), ma non si può negare l’interesse e la passione che esso suscita in milioni di persone (in Italia e nel mondo), per le quali, esso rappresenta (grazie a Dio!) ancora e soltanto, una passione sportiva.

Con alcuni dei giovani di questa comunità cerco di condividere anche questi momenti, pur di starci assieme, non solo nel parlarne, ma anche nel viverli, come ad esempio, come quando sono andato al ritiro estivo del Napoli a Castel di Sangro o ad andare a vedere qualche partita con loro (e con alcuni amici del Club Napoli Marigliano)”.

Quello di quest’anno, spiega don Enzo Miranda “l’ho definito il trionfo de “La Grande bellezza” (parafrasando il regista e tifoso napoletano, Sorrentino).

Un trionfo (e una festa) già ampiamente annunciato, che ha pervaso, da tempo, la passione di tanti tifosi (come me) che attendevano da 33 anni (o che addirittura, non hanno mai vissuto nulla del genere).

Non ho mai nascosto la mia passione verso questo sport e verso i colori di una maglia azzurra (Napoli), trasmessami da mio padre e i miei parenti, da quando mi hanno portato all’allora San Paolo, già all’età di 5 anni (nel 1974).

Passione che oggi condivido con amici ma soprattutto, con la gente di una frazione di Marigliano (Faibano), di cui sono parroco da 4 (quattro) anni circa.

Infine, nella sua esperienza di cappellano negli Istituti penitenziari (e direttore dell’Ufficio di Pastorale Carceraria della Diocesi di Nola), racconta don Enzo “si avverte un clima più disteso all’interno di tali ambienti, dove il parlare di calcio (anche tra agenti e detenuti) diventa un motivo di “dolce evasione”, in una realtà (spesso dimenticata e interpretata pregiudizialmente!) in cui, il quotidiano è ovviamente doloroso e ripetitivo e qualche momento di svago mentale come questo non fa male, anzi! Vi sembra poco?” Secondo don Enzo “ci si dimentica troppo facilmente del ruolo socio-aggregativo dello sport nei nostri territori! Qui ad esempio, non vi è assolutamente nulla e i giovani scappano e li vedi raramente, anche di sera, poiché opportunità di stare assieme (e conoscersi e vivere il territorio) non ve ne sono ed è per tale ragione, che 2 (due) anni fa, abbiamo dato vita ad un’Associazione sportiva (Asd San Giovanni Battista Faibano 2021, iscritti al C.S.I., calcio a 5 e non solo).

È nata per permettere ai giovani (e non solo) di vivere lo sport e momenti di aggregazione nel proprio territorio. Oltre ad avergli permesso di relazionarsi, ha portato in loro spirito di gruppo e orgoglio nel rappresentare sportivamente la loro contrada.

Sempre rimanendo al ruolo sociale dello sport e del calcio (in particolar modo), gli effetti positivi di questo successo del Napoli, l’ho notato anche in altri ambiti”.

I rintocchi delle campane sono stati, racconta, “brevi momenti, secondi, per condividere un sorriso coi miei parrocchiani, anche con chi ha altre “fedi” sportive e sempre col sorriso e nel pieno rispetto reciproco, anche se sanno bene, che calcisticamente parlando, sono poco “ecumenico”.

La realtà dove sono parroco è piccola, ci si conosce un po’ tutti e vivendoci a tempo pieno (non solo negli impegni canonici!), conosco le loro esigenze e loro, il mio spirito, per cui, anche questa festa, rappresenta un momento di aggregazione e di gioia.

Il suonare le campane a festa? Nasce da alcuni miei passaggi in alcune trasmissioni radiotelevisive locali (dove sono stato interpellato) e da alcuni miei post appassionati (calcisticamente parlando) sui social e dal fatto che 2 anni fa, quando, dopo il successo dell’Italia agli Europei, feci suonare le campane “a festa” per qualche secondo.

Perché non farlo quando la gioia di questa gente sarà ancora più intensa e sentita?” “Forza Napoli (squadra e città e provincia)!!!”, conclude.

fonte (ANSA).

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