Un incontro con il Prefetto di Napoli, è questa la richiesta avanzata dal movimento “CE AVITE ACCISE A SALUTE” per la riapertura immediata del Pronto Soccorso di Boscotrecase e la creazione di un Presidio Territoriale di Assistenza Primaria nell’ex ospedale civile di Torre Annunziata.
“La sanità in Campania e la poca attenzione nei confronti della medicina d’emergenza urgenza sta diventando anche una questione di ordine pubblico che non può essere risolta con la militarizzazione dei pronto soccorso” dichiarano gli organizzatori della manifestazione che sabato 13 gennaio ha visto scendere in piazza più di cinquemila cittadini del comprensorio torrese-boschese.
“Le persone sono esasperate, il recente fatto di cronaca in cui una bambina di tre mesi è rimasta vittima della malasanità , è solo l’ultimo causato dalla mancanza del pronto soccorso di Boscotrecase mentre gli ospedali vicini – Torre del Greco e Castellammare di Stabia – sono ormai al collasso e a volte impossibili da raggiungere a causa traffico mentre pazienti e familiari spesso rivolgono la propria rabbia nei confronti degli operatori sanitari che in prima linea cercano di offrire un servizio sanitario in un comparto – la medicina d’emergenza-urgenza – che la politica sanitaria clientelare considera di scarso interesse.”
Diecimila persone in piazza, un presidio permanente in cui giorno e notte si alternano i cittadini del vesuviano privati del pronto soccorso e una raccolta firme on-line per chiedere un incontro urgente al Prefetto di Napoli Michele di Bari affinché incontri gli esponenti del Movimento “Ce avite Accise a Salute” insieme alla Regione Campania per attivare un pronto soccorso chiuso 4 anni fa, quando l’ospedale di Boscotrecase divenne un Covid Hospital e mai più riaperto nonostante negli anni successivi siano stati acquistate attrezzature sanitarie per fior di milioni con la promessa che il nosocomio sarebbe diventato nel marzo 2023 un DEA di primo livello.
“Ma non ci accontentiamo del Pronto Soccorso – continuano i rappresentanti del movimento – chiediamo posti di degenza a sufficienza che evitano lo stazionamento dei pazienti nei corridoi, l’apertura di Presidi Territoriali di Assistenza Primaria (PTA-P) in ogni città e la riapertura dei reparti di neonatologia, pediatria e ginecologia perché – come è stato esposto in un cartello della manifestazione – i tagli alla sanità di genere sono un femminicidio di Stato”.
Malasanità, sprechi e politiche clientelari legano a doppio filo l’ospedale civile di Torre Annunziata con quello di Boscotrecase come già raccontava Giancarlo Siani nel 1983 in un suo articolo pubblicato dal Mattino: “Un nuovo ospedale fermo da quasi trent’anni per il quale sono già stati spesi più di quattro miliardi, in una città con più di 70.000 abitanti gli ammalati vengono trasferiti in altri centri sanitari della zona. Una situazione che ha del paradossale. Se qualcuno ha la sfortuna di infortunarsi o ammalarsi gravemente dopo le due del pomeriggio non può essere ricoverato all’ospedale civile di Torre Annunziata. La vicenda del nuovo ospedale di Boscotrecase ha sempre rappresentato l’esempio della noncuranza e della trascuratezza con cui è stato affrontato il problema dell’assistenza sanitaria in città. L’ospedale vecchio non è assolutamente in grado di poter soddisfare le normali esigenze di una vasta popolazione ed i ritardi accumulati in questi anni non hanno fatto altro che aggravare i disagi e non contento per le strutture ospedaliere esistenti.”
Sono passati 70 anni e nulla è cambiato se non il fatto che l’ospedale nel centro cittadino di Torre Annunziata è stato chiuso mentre in quello di Boscotrecase si continuano ad investire milioni in attrezzature in assenza di personale medico – spostato in altre strutture – lasciando reparti nuovi e costosi inutilizzati.
Il Movimento nel richiedere un incontro con il Prefetto di Napoli è disponibile ad un colloquio con il Direttore Generale dell’ASL NA3 Sud, Giuseppe Russo, e con i sindaci del vesuviano ai quali chiedono innanzitutto che si espongono pubblicamente sulla questione della riapertura del Pronto soccorso anche in quanto responsabili della condizione di salute della popolazione del proprio territorio.

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