salvatore formisano libro

Sabato 25 febbraio è stato presentato presso l’Associazione Il Gazebo Rosa di Torre del Greco, il libro San Gennaro si Fida di me”.

Presenti, oltre all’autore, anche il prof Mario Rovinella della Casa editrice La Valle del Tempo e la voce narrante Magda Porzio.

Dopo aver pubblicato nel 2001 “Cronaca di un borgo marinaro” l’autore Salvatore Formisano torna a scrivere un nuovo romanzo dal titolo “San Gennaro si fida di me” (Ed. La Valle del Tempo).

Il Libro. È una Napoli vista con gli occhi di un adolescente. Una banda di ragazzi con l’illusione di poter contare nella società. Il voler diventare a tutti i costi camorristi con l’ambizione di controllare i rioni della vecchia Napoli, tra le bancarelle dei Decumani e Piazzetta Banchi Nuovi. La strada diventa la palestra per chi vuole entrare a far parte a pieno titolo nella “banda”. In quei luoghi si fanno le prime esperienze: amicizie, amori e guapparìa. Pasqualino è uno di loro che, dall’esperienza della strada, prende la parte buona: la consapevolezza di sottrarre i suoi compagni dalle reti della malavita. Della sua idea, l’unico alleato è San Gennaro, il cui rapporto, determinerà la svolta. Una storia di amore e solidarietà, uno sguardo sulla città dove le brutture sono nascoste dalla leggerezza dell’essere, ma che restano ben visibili nella mente dell’adolescente che sogna un mondo diverso.

Come nasce “San Gennaro si fida di me”?

Nasce da un’attenta considerazione della società, la consapevolezza di non essere in grado a comprendere il linguaggio dei giovani. Infatti è un giovane che racconta la sua storia. Uno dei tanti giovani che, alla fine si ribella a un sistema e cerca di trovare una strada alternativa.

Ci vuoi parlare un po’ del protagonista?

Il protagonista si chiama Pasqualino. È un adolescente che vive le proprie esperienze nei quartieri della vecchia Napoli. Come tanti ragazzi frequentano un gruppo di amici che, in seguito, determineranno il suo futuro. Quando invece stabiliscono di costituirsi in una “banda”, inizia a cambiare ogni cosa, il fascino della camorra spinge il gruppo a rimodulare il gioco in una realtà diversa: al posto della banda nasce un vero clan. Per il protagonista l’idea della banda è un simpatico modo per stare insieme, e qualche volta rischiare per sentirsi adulti. Alla fine, però, le strade si dividono.

Per quale motivo il romanzo è stato ambientato a Napoli? Legame affettivo, o altro?

Napoli è una città che amo. Nonostante le criticità credo sia la città più bella del mondo. Spesso mi mostro insofferente nei suoi confronti, ma la mia insofferenza nasce dal desiderio di volerla vedere cambiata. Infatti, il romanzo descrive le bellezze di Napoli, ma anche le bruttezze, le incongruenze, e il lassismo di chi la vive. Per Pasqualino, Napoli è una città poco curata. Quando ho iniziato a scrivere la storia, ho circoscritto alcune zone che, a mio parere sono la rappresentazione della città. Le ambientazioni che ho ritenuto idonee, per colore e fascino sono i Decumani, Forcella, la Sanità, il Pallonetto, perché credo siano il cuore della nostra storia.

Perché nella storia è tanto importante San Gennaro?

Perché è considerato l’amico di tutti. Ogni problema, qualsiasi richiesta ci si rivolge a lui. San Gennaro per i napoletani non è considerato soltanto un Santo, per la popolazione è il consigliere e il risolutore dei guai. Pasqualino si rivolge al Santo perché ritiene che sia l’unico che lo ascolta senza scoraggiarlo. Tutto sommato credo che San Gennaro sia il nostro specchio. Infatti, il protagonista alla fine parla a se stesso, autoconvinzione? Chi lo sa.

Articolo precedenteSpedizioni nel mirino dei Carabinieri: sequestrati 7 chili di marijuana
Articolo successivoUniversità Verde: presentazione del libro “La Campania dei veleni”