Record di contagi in Campania, numeri più alti d’Italia. E il governo si prepara per 300mila tamponi al giorno

Boom di nuovi positivi in Campania: 270 in un solo giorno. È la prima volta che in 24 ore si registrano così tanti contagi nella regione campana, valori mai raggiunti neanche nelle fasi di picco dell’emergenza, tra marzo e aprile. E nella giornata di ieri la Campania è risultata essere la prima regione in Italia per numero di nuovi positivi, per la seconda volta dall’inizio dell’emergenza, scavalcando la Lombardia. Dei 270 contagi, 125 sono casi di rientro, in particolare 58 dalla Sardegna e 67 da Paesi esteri. La percentuale di casi di ritorno sul totale si attesta, ormai da giorni in Campania, su circa il 40-45%. In Italia nell’ultima settimana l’incidenza dei contagi importati dall’estero è calata, secondo un report dell’ISS, al 20,8% del totale dei contagi dal 27,2% del periodo precedente. Impennata, invece, dell’incidenza dei casi importati da altre regioni italiane, che adesso pesano per il 15,7% del totale contro il 2,3% della scorsa settimana. Ma i numeri alti non spaventano il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, che raccomanda sempre massima attenzione e rimarca che, per ogni contagio scoperto oggi, se ne bloccano 10 nelle prossime settimane. Un’intensa attività di screening che nella giornata di ieri ha fatto registrare anche il numero massimo di tamponi effettuati sin dall’inizio della pandemia in Campania: 6729, contro una media di circa 4000 degli scorsi giorni. Incremento dei tamponi anche in Italia, che raggiungono quasi i 100.000 al giorno. Nel frattempo, il ministro Speranza sonda il terreno assieme agli esperti per arrivare a garantire fino a 300.000 tamponi al giorno in vista della stagione invernale, quando i sintomi sovrapponibili di Covid e influenza stagionale renderanno indispensabile una capillare attività di screening su tutto il territorio nazionale. Sebbene la maggior parte dei nuovi contagi sia riferito a soggetti asintomatici, da giorni si nota una crescita costante dei ricoveri gravi e per sintomi lievi: le terapie intensive stanno per raggiungere i 100 ricoverati, in rialzo dai circa 40 del mese scorso, minimo di sempre. I ricoveri con sintomi superano invece le 1200 unità, in aumento dalle 700 di fine luglio. Dati quasi raddoppiati, quindi, in meno di un mese, e che potrebbero velocemente degenerare se ad essere coinvolti maggiormente tornassero ad essere le fasce più deboli della popolazione, come anziani e malati. Un’evenienza non troppo utopica, considerata l’ormai prossima apertura delle scuole e le elezioni, previste tra 3 settimane.

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