San Giorgio a Cremano, 21 dicembre 2020 – Cinque beni confiscati alla criminalità organizzata acquisiti al patrimonio comunale. La maggioranza, all’unanimità, ha approvato in consiglio comunale la proposta di delibera. Questi beni saranno destinati, come i precedenti, a finalità sociale.

Si tratta di tre appartamenti ubicati in via Don Morosini e due negozi in via Picenna che quindi si aggiungono al patrimonio già in uso al nostro Ente, messo al servizio della collettività con scopi sociali e assistenziali. Negli appartamenti di via Cappiello infatti, che pure furono confiscati alla criminalità, è stato realizzato il Centro Antiviolenza più grande del Vesuviano che sarà inaugurato a breve, destinato alle donne vittime di abusi e violenze, mentre altri appartamenti sono stati dati per uso abitativo a famiglie indigenti.

Sarà ora individuata la destinazione d’uso, sempre nel rispetto dell’interesse istituzionale e sociale dei beni.

E’ un atto importantissimo per la nostra città – spiega il sindaco Giorgio ZinnoPurtroppo però spiace constatare che ancora una volta l’opposizione è uscita dall’aula decidendo di non votare questa proposta importantissima per la nostra città. E’ uno schiaffo alla legalità che invece rappresenta per noi il pilastro della società e consente di costruire una comunità più giusta e attenta alle persone in difficoltà”.   

L’approvazione di oggi in Consiglio comunale è l’ultimo step di un percorso iniziato lo scorso dicembre, quando l’allora Prefetto, Carmela Paganoalla presenza delle Forze dell’ordine, propose alla Città di San Giorgio a Cremano di acquisire questi cinque ulteriori immobili sottratti alla criminalitàA novembre 2020 sono arrivati gli atti da parte della Prefettura e in un mese è stata portata la proposta di delibera in Consiglio comunale.

“Sono soddisfatto sia della proposta approvata – conclude Michele Carbone, presidente del consiglio comunale – che dei tempi celeri con cui il Consiglio comunale sta lavorando per approvare atti importanti come questo, che vanno nel’interesse della collettività.”

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