cisl napoli sicurezza lavoro

La riattivazione del pronto soccorso ordinario dellospedale San Giovanni Bosco diventa utopia. LAsl Napoli 1 non ha personale e i precari vengono buttati fuori. Siamo allennesimo atto di una commedia che non è per nulla divertente e il biglietto da pagare, ovvero la salute dei cittadini, ha davvero un prezzo troppo alto. Lo dice Luigi DEmilio, segretario Cisl Fp dellarea metropolitana. Dopo la grande manifestazione Cisl Fp Campania e Napoli a difesa dei lavoratori precari, arriva lennesima tegola. Manca il personale per riaprire un pronto soccorso ma la regione butta fuori i precari, siamo difronte a schizofrenia amministrativa– spiega DEmilio – da mesi chiediamo applicare latto di indirizzo approvato dal Consiglio Regionale che avrebbe dovuto dare una regolata alla stabilità lavorativa in Campania che prorogava i contratti a termine fino ai 36 mesi e invitava a rispettare la durata dei 36 mesi nel caso di nuovi. La nostra battaglia non si ferma, continueremo a difendere gli operatori sanitari con azioni e mezzi a nostra disposizione

Intanto i numeri che contano gli accessi al pronto soccorso dellospedale Vecchio Pellegrini, pubblicati sulla stampa napoletana non sono una novità per la Cisl Fp: Il centro cittadino sarà coperto solo dal pronto soccorso del Vecchio Pellegrini che, con lennesima chiusura, potrebbe non riuscire a garantire le prestazioni adeguate. Queste parole pronunciate lo scorso 15 ottobre 2020 da Luigi DEmilio, segretario Cisl Fp dellarea metropolitana, trovano, solo oggi, riscontro su uno dei quotidiani più importanti della città. Ci piacerebbe aggiungere finalmentema ciò non ci rende soddisfatti perché ancora una volta sono i cittadini che non ricevendo cure adeguate, sono costretti a farne le spese – sottolinea DEmilio – da mesi denunciamo la mancanza di un assessore di riferimento che possa sedersi ai tavoli per un confronto sulla programmazione fino ad oggi negato. La sanità campana sembra si sia concentrata quasi esclusivamente allemergenza Covid-19, il risultato è quello di oggi, ospedali presi dassalto per la cura delle patologie ordinarie.

Vogliamo ricordare inoltre che il Loreto Mare prima di diventare Covid-Hospital contava al pronto soccorso, circa 32 mila accessi allanno – continua dEmilio – Da mesi denunciamo le difficoltà in cui versano gli ospedali di Napoli con una particolare attenzione alla situazione, del centro storico, compromessa negli anni passati con le chiusure selvagge degli ospedali San Gennaro, Incurabili e Ascalesi. Situazioni che espongono gli operatori sanitari a rischi continui.

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