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Il consiglio dell’ordine degli avvocati di Torre Annunziata, in merito alla proposta di modifica della prescrizione all’attenzione del Governo nazionale, è pronto a “fare in modo che il dibattito sui temi della giustizia si fondi su dati concreti, attraverso un’opera di sensibilizzazione e ancor prima di informazione, e non su facili suggestioni volte ad alimentare nel cittadino un ingiustificato senso di insicurezza, nel rispetto dei principi cardine del nostro ordinamento tra i quali va annoverato l’istituto della prescrizione che, come autorevolmente affermato, è la sanzione al diritto di essere giudicato”. Sono le parole usate dal presidente dell’ordine forense oplontino Luisa Liguoro nel presentare il documento scaturito da una recente assemblea durante la quale è emerso il sostegno “al deliberato del consiglio dell’ordine degli avvocati di Napoli, alla proposta dell’Organismo Congressuale Forense di ‘referendum abrogativo della riforma della prescrizione’ e alla ‘Maratona Oratoria per la verità sulla prescrizione’ organizzata da Unione Camere Penali a Roma”.

Il consiglio dell’ordine degli avvocati di Torre Annunziata ritiene tra l’altro che “la nuova formulazione dell’istituto della prescrizione – spiega Luisa Liguoro – prevedendone sostanzialmente l’abolizione dopo la sentenza di primo grado, determina in concreto una situazione di incertezza per i soggetti del processo, vanifica e sgretola lo spirito del rito accusatorio, recide il legame tra reato e personalità del reo, rende la pena senza scopo perché presumibilmente eseguita a distanza di anni dalla commissione del reato”.

L’ordine forense poi ricorda come “dai dati forniti dal Ministero della Giustizia, Direzione generale di statistica e analisi organizzativa” emerga che nel 2017 “il 53% delle prescrizioni è maturata nel corso delle indagini preliminari ed il 24% è stata dichiarata all’esito o nel corso del giudizio di primo grado” dati che “dimostrano inequivocabilmente che la patologia si annida nella fase delle indagini preliminari e nello spazio temporale che intercorre tra la chiusura delle indagini e l’inizio del dibattimento” e che dunque “il vero problema della giustizia penale è – come spesso hanno dovuto ammettere anche i vertici della Magistratura – la mancanza di risorse economiche, che non consentono di poter far funzionare in modo efficiente i vari tribunali soprattutto per la penuria del personale amministrativo”.

Inoltre è parere degli avvocati di Torre Annunziata che “sia opportuno incontrare la cittadinanza per chiarire cosa si intende per ‘sotto processo per sempre’ e gli effetti devastanti che questo determina sia per l’imputato che per la persona offesa, con un linguaggio semplice e con esempi tangibili (come la vicenda giudiziaria di Enzo Tortora)”.

Per tali ragioni il consiglio dell’ordine degli avvocati di Torre Annunziata ha deliberato “di dare la propria adesione al deliberato del consiglio dell’ordine avvocati di Napoli ed a quello dell’Organismo Congressuale Forense, ritenendo che sia compito di questo consiglio sostenere ogni iniziativa a tutela dei principi democratici e costituzionali posti a presidio del giusto processo”.

 

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