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Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa dei navigator campani ancora in protesta davanti al palazzo della Regione Campania a Napoli.

“Oggi, giovedì 5 settembre, i Navigator campani si sono simbolicamente legati davanti al palazzo della Regione Campania, per denunciare il “muro contro muro” che blocca da oltre cinquanta giorni la loro contrattualizzazione e li ha resi ostaggio di un gioco politico.

Una corda fatta di indifferenza, menefreghismo e cecità politica e istituzionale. Ad oggi, non vi è stata ancora nessuna risposta dai canali istituzionali se non qualche approssimativo pubblicazione sui social network.

Le motivazioni del Presidente della Regione, Vincenzo De Luca, contro la nostra contrattualizzazione non trovano più fondamento, in quanto è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, in vigore da oggi, il Decreto legge che prevede la stabilizzazione dei precari Anpal.
Si chiede l’immediato intervento del nuovo Esecutivo affinché con un atto concreto sblocchi la situazione paradossale che si è creata garantendo l’immediata contrattualizzazione dei Navigator.

Il nuovo Governo, nella persona del Presidente Conte, ha il dovere di restituire ai Navigator la dignità di un lavoro conquistato vincendo una selezione pubblica. Nell’augurare buon lavoro alla neo Ministra, Nunzia Catalfo, madrina della Legge istitutiva del Reddito di Cittadinanza, si auspica che intervenga tempestivamente per porre fine a questa bagarre politica che si consuma sulle vite di 471 cittadini della Repubblica.

Ci appelliamo altresì, al neo Ministro per il Mezzogiorno, Giuseppe Provenzano, al Ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia, e al Ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, di intervenire affinché una Regione del Sud riemerga da questo pantano istituzionale. La Campania, terra complessa, ha il più alto numero di percettori di Reddito di Cittadinanza e non può essere accantonata, soprattutto in questa seconda fase delle politiche attive del lavoro.

I Navigator campani proseguiranno la loro protesta contro la forma di discriminazione di cui sono vittime e per il riconoscimento del loro diritto ad essere contrattualizzati, al pari dei loro colleghi nel resto d’Italia”.

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