C’è la squadra proveniente da Milano dedicata a Marcella di Levrano, vittima innocente della Sacra Corona Unita, quella dei ragazzi della giustizia riparativa di Napoli dedicata a Genny Cesarano, vittima innocente della camorra nel quartiere Sanità, la squadra di Libera dedicata a Hyso Telharaj, giovane albanese ucciso dai caporali nelle campagne del foggiano.

E sulla rete del campo dell’Arci di Scampia uno striscione per Rosario La Rossa Scampia “Insieme per sconfiggere il drago” firmato Libera , Amunì e tutte le squadre partecipanti. Ha preso inizio stamattina Libera in Goal, il torneo di calcio a cinque dedicato ad Antonio Landieri – vittima innocente di Camorra – organizzato da Vo.di.Sca.;Libera; Get Up e Legalité, Associazione “Dream Team donne in rete e Scuola Calcio Arci Scampia. Il torneo che si conclude domenica 8 settembre si svolge presso il campo sportivo dell’ARCI Scampia in Via Fratelli Cervi. 

Quattro giorni di sport, impegno civile e memoria, con un campeggio resistente nel cuore del quartiere con oltre 100 ragazzi provenienti da ogni parte d’Italia. Libera in Goal un torneo di calcio a 5 con squadre obbligatoriamente miste e auto arbitraggio, dove ognuno si prende la responsabilità di essere corretto, leale. Un torneo di calcetto dove il pallone diventa strumento di formazione, riflessione.

Sono 11 le squadre provenienti da tutta Italia che partecipano alla manifestazione che vuole conciliare momenti di sport non agonistico a momenti di formazione e confronto con le numerose realtà associative del luogo. Di mattina si gioca a pallone nel campo dell’Arci Scampia, di pomeriggio si incontrano diverse realtà associative del quartiere, che quotidianamente lavorano sul territorio. Parte integrante della manifestazione e lo svolgimento del primo campo di formazione di Libera per i ragazzi di Amunì provenienti da tutta Italia.

Amunì è un progetto di Libera,rivolto ai ragazzi, tra i sedici e vent’anni, sottoposti a procedimento penale da parte dell’Autorità giudiziaria minorile* e impegnati in un percorso di riparazione. Molti di loro sono al primo reato e seguono un percorso con Libera all’interno di un progetto educativo più ampio che il Tribunale, insieme agli assistenti sociali,prevede per ciascuno di loro. Ragazzi e ragazze che devono scontare il periodo di “messa alla prova”, ovvero la sospensione del processo e l’affidamento ai servizi sociali per un cammino di crescita che, se va a buon fine, estingue il reato. E per farlo, questi ragazzi, insieme ai loro educatori, hanno scelto la strada dell’antimafia sociale e responsabile.

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