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Napoli -Il sistema sanitario nazionale rischia di collassare non tanto per l’emergenza coronavirus, ma per il terribile combinato dell’epidemia con gli effetti di 15 anni di tagli indiscriminati su posti-letto e personale. Sono stati cancellati ben 70mila posti letto: ne abbiamo appena tre ogni mille abitanti contro una media europea di cinque posti-letto e da qui al 2025 andranno in pensione oltre 40mila medici. “In questa fase di emergenza è giusto prendere in considerazione ogni tipo misura straordinaria ma ciò non vuol dire andare in deroga ai diritti dei lavoratori precari e soprattutto favorire i soliti amici della politica”. Lo affermano Lorenzo Medici, segretario regionale Cisl Fp Campania e Luigi D’Emilio segretario Cisl Fp Napoli area metropolitana

“L’ipotesi del reclutamento di medici e personale sanitario in pensione, come già accaduto in Veneto e Lombardia – aggiungono – è percorribile ma in quanto strumento eccezionale deve riguardare le vere eccellenze del mondo medico e infermieristico che possono così dare un contributo all’emergenza. Si eviti, come qualcuno ci segnala, che questa possa rivelarsi l’ennesima occasione in cui le competenze siano subordinate ad equilibri politici. Se dobbiamo reclutare medici – concludono i segretari Cisl Fp Medici e D’Emilio – questo non deve avvenire per soddisfare il protagonismo di qualche vecchio primario, lo scambio di favori tra dirigenti sanitari e politici insomma non vogliamo che si creino situazioni in cui si possa rischiare di favorire un ex primario o qualche primario in carriera che ora si sente oscurato”.

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