Sequestri per 3 milioni a imprenditore settore edile e smaltimento rifiuti

Sequestri per 3 milioni a imprenditore settore edile e smaltimento rifiuti.

Operazione congiunta di guardia di finanza, carabinieri e polizia municipale. Nei guai è finito un imprenditore operante nel settore edile e dello smaltimento di rifiuti. Eseguiti sequestri per3milioni di euro. I Carabinieri per la Tutela Ambientale e la Transizione Ecologica, i Finanzieri del Comando Provinciale e gli Agenti dell’Unità Operativa Tutela Ambientale della Polizia Locale di Napoli hanno dato esecuzione, su disposizione del Tribunale di Napoli – Ufficio G.i.p., ad un’ordinanza di applicazione della misura cautelare personale del divieto di dimora, in Campania ed in Abruzzo, nonché di sequestro preventivo di beni del valore di 3.000.000 di euro. Il destinatario della misura è Bruno Sansone, imprenditore napoletano del settore edile e dello smaltimento dei rifiuti, indagato per il delitto di omessa bonifica. Il provvedimento cautelare scaturisce da complesse indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Napoli – Sezione Ambiente, nel corso delle quali sono stati sentiti anche responsabili del Ministero dell’Ambiente, della Regione Campania, della Città Metropolitana, del Comune di Napoli e del Genio Civile. L’inchiesta è scaturita dall’esposto di alcuni cittadini che hanno denunciato ai magistrati inquirenti le condizioni di degrado e compromissione ambientale del Vallone San Rocco, area sita all’interno del Parco Metropolitano delle Colline di Napoli. Gli incessanti depositi di rifiuti hanno anche cagionato un grave rischio di dissesto idrogeologico. Bruno Sansone chiedeva ed otteneva l’autorizzazione alla ricomposizione ambientale della menzionata cava, che veniva tuttavia utilizzata, per anni, quale sito di illecito smaltimento dei rifiuti da costruzione e demolizione, contenenti anche amianto, derivanti dalle attività delle proprie aziende. non risultava aver mai ottemperato agli obblighi imposti per legge e relativi al recupero della cava, sostanzialmente sfruttata come personale discarica abusiva. L’imprenditore è indiziato del mancato adempimento dell’ordine di rimozione dei rifiuti, di bonifica e di ripristino ambientale della cava. In particolare, le attività investigative condotte dalla Polizia Locale e dai Carabinieri del N.o.e. hanno permesso di sequestrare la cava e di quantificare in almeno 30.000 mc i rifiuti in essa accumulati. Sono stati anche sequestrati beni mobili ed immobili rientranti nel patrimonio dell’indagato. L’uomo è destinatario del provvedimento di divieto di dimora nelle Regioni Campania e Abruzzo, nonché del divieto di esercitare attività d’impresa o professione e di detenere uffici direttivi delle persone giuridiche e delle aziende che operano nelle materie dell’ambiente e dell’edilizia. Il G.i.p. ha altresì disposto la sospensione di Bruno Sansone dall’iscrizione al Registro dei Gestori Ambientali.

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